CAPITOLO DUE
CAPITOLO UNO
C'era una volta, in una terra lontana,
un regno governato da un re la cui bontà se ne andava con il passare
degli anni.
All'interno del regno c'era un piccolo
teatro in cui un buffo attore faceva ogni sera la parodia dei
comportamenti del re.
Quando il vecchio morì il popolo
cominciò ad acclamare quell'attore, che tanto aveva tenuto compagnia
alla gente, come nuovo sovrano.
Il diretto successore del re non potè
fare altro che rassegnarsi a cedere la sua corona a quel buffo
personaggio per cui la gente nutriva tanta ammirazione.
La gente vedeva, in quel piccolo
paffuto attore, un uomo con grande spirito critico e grandi idee ma
si sa gli attori recitano bene.
Ottenuto il ruolo di sovrano l'attore
cercò di recitare la sua parte come meglio poteva: con grandi
proclami e sontuose promesse.
Con il passare dei mesi nessuna
promessa venne mantenuta e i proclami cominciarono a cadere nel
vuoto.
La gente piano-piano si rese conto che
quell'uomo più che il sovrano era adatto a fare il buffone di corte
ma ormai la frittata era fatta e quello sarebbe stato il loro sovrano
ancora per molte lune...
non sapendo come risolvere la
situazione il popolo decise di creare un annuncio ad hoc per riuscire
a trovare un sovrano giusto ed inviarono ai regni vicini la seguente
lettera: “ Aiuto!!!! Siamo governati da un pagliaccio... Chiunque
sia in grado di salvarci si faccia vivo... Astenersi perditempo”
… A quanto ne so gli abitanti sono
ancora li che aspettano il loro salvatore nella consapevolezza che
l'attuale sovrano non è una divinità immortale ma solo un attore
capace di impersonare 1000 ruoli ma senza una vera personalità.
CAPITOLO UNO
C’era una
volta un comune piccino ma dignitoso; il sindaco era già al suo secondo mandato
grazie alla luce riflessa di glorie lontane.
Stanco,annoiato
e circondato da assessori compiacenti, il sindaco si era lanciato nella moda
del momento: le grandi opere…
Pensando e
ripensando trovò un’idea che gli parve subito geniale:” farò costruire una
pista ciclabile faraonica” si disse
compiaciuto.
I cittadini
osservarono perplessi l’avanzamento dei lavori ma nessuno osò contraddire il
sindaco.
Tra i
cittadini c’era un’anziana signora che, rimasta ormai sola, amava andare a
passare i pomeriggi al parco guardando giocare i bambini; un giorno, mentre
camminava su uno dei vecchi marciapiedi che circondavano il parco, inciampò e
cadde.
Tornando a
casa, tutta dolorante, fece una cosa che mai si sarebbe immaginata di trovarsi
a fare: cominciò a pensare a quante migliorie il sindaco avrebbe potuto fare
con i soldi delle grandi opere…
Le cose da fare erano veramente molte e, a
suo parere, molto più importanti di una pista ciclabile che nessuno avrebbe
usato visto il clima del comune: c’erano vecchi marciapiedi da risistemare, i
giochi nel parco da cambiare (erano messi così male che era un miracolo se
nessun bimbo si era mai ferito), i fossati erano da ripulire e diverse luci dei
lampioni da cambiare.
La signora
si stupì di questi suoi pensieri e decise di parlarne con il sindaco ma la
risposta che ottenne dal suo primo cittadino la lasciò a dir poco contrariata:
“ bhe signora, non mi riguardano queste cose… tra qualche anno tutto questo non
sarà più un mio problema e la gente mi ricorderà per le grandi opere mica per
qualche stupido lampione!”
L’anziana
signora si rese conto che con l’età che aveva non poteva fare molto per
cambiare la realtà comunale ma decise di piantare dei fiori nel parco e, giorno
dopo giorno, alcuni ragazzi cominciarono ad aiutarla e ad ascoltare i suoi
racconti.
Dopo alcuni
mesi l’anziana morì ma, poco prima di lasciare questo mondo, sorrise pensando
che, forse, quel piccolo gruppo di giovani poteva rappresentare una nuova luce
per il suo amato paese
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